PREMESSA
Il motivo che mi ha portato a scegliere Bucarest come meta è il prezzo stracciato del volo Ryanair: 19,97 euro tra andata e ritorno; ormai è da un po' di tempo che per le destinazioni dei viaggi mi lascio ispirare dalle tariffe convenienti delle compagnie low cost.
Tanta curiosità, ma
praticamente non avevo informazioni su Bucarest e sono partito allo
sbaraglio: le sorprese sono state tante e tutte positive, a partire
dal clima!
Un caldo torrido (max 31
gradi, la media 25) agli inizi di aprile non me l'aspettavo
proprio...per fortuna ho dato retta alle previsioni meteo controllate
qualche giorno prima su internet, anche se le ritenevo impossibili...
anche alla sera il clima rimaneva decisamente estivo.
L'altra cosa che mi ha
lasciato a bocca aperta è l'enormità di questa città: dal
finestrino dell'aereo, già da parecchi minuti prima
dell'atterraggio, mi rendevo conto che la Romania (o almeno questa
porzione di Romania) è un'infinita distesa pianeggiante, disseminata
di grandi e squadratissimi campi coltivati, prati, pascoli e piccoli
villaggi a poca distanza l'uno dall'altro, collegati tutti da strade
rettilinee.
Tutta questa pianura
sconfinata è stata sfruttata a pieno dagli urbanisti dell'era
comunista che hanno cambiato volto alla città: i viali, le piazze e
gli edifici hanno dimensioni ciclopiche, a discapito della bellezza;
mentre dove si è conservato il vecchio assetto di stile art decò, i
palazzi sono più piccoli e affascinanti e le strade e le piazze a
misura d'uomo.
Un altro aspetto
distintivo della città è il traffico bestiale che l'attanaglia
dalle 7 del mattino fino a circa le 22. La città è soffocata dalle
auto dei suoi 2 milioni di abitanti, dagli autobus di linea e dai
pullman turistici. I boulevard principali sono vere e proprie
autostrade urbane e le piazze principali importanti snodi di
circolazione, dove si intersecano decine di strade. Sconsiglio
vivamente di mettersi alla guida di un'auto o di prendere i mezzi
pubblici (anche se frequenti e con flotta moderna): il modo migliore
per scoprirla è a piedi, nonostante i chilometri che si dovranno
macinare.
In Italia, spesso e
purtroppo, le cronache nere vedono protagonisti cittadini romeni;
quindi siamo un po' prevenuti verso questo popolo. Beh, andate in
Romania e, datemi retta, vi ricrederete di sicuro.
Io ho incontrato tantissima gente disponibile e gentile, mi sono sempre sentito sicuro (anche di sera) e la città è tenuta in modo eccellente: gli standard di pulizia, servizi e decoro pubblici sono superiori a quelli di moltissime città italiane.
Io ho incontrato tantissima gente disponibile e gentile, mi sono sempre sentito sicuro (anche di sera) e la città è tenuta in modo eccellente: gli standard di pulizia, servizi e decoro pubblici sono superiori a quelli di moltissime città italiane.
La passione principale
degli abitanti di Bucarest sembra essere quella dei parchi e dei
giardini: tanti, curati e soprattutto fioriti. Il fiore onnipresente
è il tulipano. Tulipano che si vende in ogni angolo della
città.
Nonostante abbia letto
che in Romania e anche a Bucarest vi sia un grande problema di
randagismo canino, in tre giorni non ho visto un solo cane randagio,
nè in centro, nè nelle periferie.
06/04/16
Alle 15,30 locali, il
boeing 737-800 della Ryanair, proveniente da Milano Malpensa, atterra
all'aeroporto di Bucarest, ed io mi ritrovo su suolo romeno, senza
una precisa idea di cosa aspettarmi; so a malapena che per arrivare
in centro città devo prendere il bus 783, che ferma in tutte le
principali piazze della città (Victoriei, Romana, Universităţii e
Unirii che è il capolinea.)
La fermata dei bus è al
piano inferiore a quello degli arrivi (dove per la cronaca si trova
anche un supermercato Billa, in cui ho comprato una baguette e
dell'acqua, spendendo pochissimo...7 lei, che sono circa 1.5 euro),
sul lato destro. È presente un chioschetto con impiegato dove
acquistare la card magnetica e caricarla con l'importo che si vuole.
C'è anche un chiosco automatico.
La coda di gente in
attesa alla fermata del 783 mi fa venire l'ansia e così decido di
non subire un viaggio stipato e opto per il bus 780, tutto vuoto.
Questo copre il tragitto
dall'aeroporto fino alla stazione ferroviaria di Gara de Nord, che
dalla mappa in mio possesso sembrava abbastanza vicina alla mia meta:
l'Hotel Venezia, in Eliade Pompiliu 2, nel settore uno della città.
(Bucarest è suddivisa in 6 settori, a forma di "fette di
torta")
Scelta sbagliata! La
stazione era parecchio distante e la mia mappa a dir poco imprecisa.
Non esagero se vi dico
che ho girato per tre ore in cerca di questo dannato hotel. Per
fortuna, tutta la gente interrogata per un'indicazione si mostrava
gentile, usando anche Google Maps sul cellulare per aiutarmi, ma poi
sbagliavo sempre e comunque strada.
Purtroppo non ho
fotografie di questo drammatico vagabondaggio, perchè preferivo
leggere i nomi delle vie (anche se latitanti) piuttosto che perdere
tempo, ma ho comunque notato l'architettura sovietica di queste
periferie. Palazzoni enormi, un susseguirsi di quartieri-dormitori
per operai dell'era comunista, che ora si cerca di abbellire con
tinte pastello...ma mi ha colpito comuque che nulla dia l'impressione
di una periferia fatiscente. Ogni palazzone ha il suo giardinetto
curato da qualche anziano che coltiva anche qualche cespo di
insalata, ci sono parchetti condominiali con giostrine per bambini, e
sorprendentemente, non ci sono cartacce per terra o scritte sui
muri...
Vi starete chiedendo
perchè non abbia preso un taxi: perchè volevo che fosse una gita
low cost e perchè in giro avevo letto cose spiacevoli sul conto dei
tassisti (non date retta: prendete i taxi regolari e non ci saranno
problemi...i tassisti romeni non sono poi più furbetti di quelli
italiani).
Ad un certo punto avevo
voglia di urlare, e credo di averlo fatto realmente...ma di sicuro ho
parlato da solo, in preda alla follia della frustrazione.
Alla fine, con le
vesciche ai piedi e tutto sudato (partito da Malpensa con la felpa, a
Bucarest mi sono ritrovato a 30 gradi) mi presento alla reception del
mio 4 stelle (prenotato su booking a 42 euro a notte). Per una volta
un lusso accessibile, anche se queste 4 stelle in Italia sarebbero
state 3.
Una doccia, svaligio il
frigo bar e mi riposo per la sera.
Secondo la mia guida
(l'unica in italiano disponibile – Bucarest Low cost, Morellini
editore) la zona della movida a Bucarest è quella del centro
storico, ovvero le vie Şelari, Stravopoleos, Lipscani
(che dà il nome a tutta questa zona) e dintorni.
Questa volta non mi
faccio fregare e prendo un taxi e mi faccio lasciare proprio
all'imbocco di via Şelari (leggi Scelari), pagando 7 lei
(meno di 2 euro), intanto con il tassista faccio una chiacchierata
riguardo i pregiudizi che in italia abbiamo circa il popolo romeno.
Sembra di essere nel
quartiere festaiolo di una qualunque città europea: un susseguirsi
di locali alla moda con i tavolini all'aperto. Cocktail bar, pub
irlandesi, birrerie, ristoranti più o meno tipici od etnici, ma
soprattutto tanti, tanti night clubs con avvenenti ragazze
buttadentro che ammiccano agli ometti.
locali di lap dance in via Selari |
Musica house a palla,
risate e allegria sono il comune denominatore. Tutti i locali
brulicano di giovani del posto e di turisti. Io scelgo un ristorante
a caso e ordino all'affettuosa cameriera che ti abbraccia mentre le
parli. Insieme al cibo mi arriva una mega birra Ursus scura alla
spina. Alzo il calice e brindo idealmente col tizio che ho di fronte,
anche lui da solo, probabilmente un turista straniero anche lui. Non
ci diciamo una sola parola, ma ci alziamo vicendevolmente i pollici
quando passa qualche donnina attraente...e credetemi, qui ce ne sono
davvero tante. Scambiando due chiacchiere con una ragazza del posto,
in seguito, ho annuito sornione alla fama italiana di patria del buon
cibo e lei ha fatto la stessa cosa, con una vena di rassegnazione, quando le
ho detto che la Romania è invece famosa nel mondo per le sue belle
figliole...ah, e anche per i Vampiri... :)
...luoghi comuni al
top...
La mia guida dava come
imperdibile il locale Bordello, in via Şelari. Ci vado per una
birra, chiara questa volta. Nonostante il nome, non è quello che voi
maligni state già immaginando, ma un bel locale, arredato in stile
casa chiusa degli anni '30. Si mangia e si beve con musica dal vivo e
a volte spettacoli di cabaret o burlesque. Stasera musica dal vivo.
Degni di nota i quadretti
appesi alle pareti, il bagno maschile e le bellissime cameriere,
(poco) vestite come ballerine di burlesque, con tanto di bustini,
calze a rete e pennacchi!!!
Dopo la birra, già
alticcio, cado preda di una buttadentro che mi guida su per una
scalinata tutta illuminata di rosso...arriviamo nel locale e scopro
di essere l'unico cliente (mi sono sentito come Fantozzi, Filini e
Calboni nella famosa scena all'Ippopotamo.. ahahahahah).
Per non farmi depredare
decido di fare quello che se la tira, ordino un paio di drink mentre
vedo tre o quattro balletti e poi vado via...facendo i conti ho speso
pochissimo pure lì, tipo 20 euro.
Ormai barcollante, mi
infilo in un taxi che mi porta velocissimo in hotel. Crollo sul letto
tutto vestito.
07/04/16
La mattina comincia
abbastanza presto: c'è parecchio da vedere!
Il primo passo è fare
colazione... con 2,5 lei (0.5 euro circa) compro ad un chioschetto un
"gogosi cu aroma de ciocolata"...una sorta di saccottino
gommoso...non buonissimo, ma di sicuro riesco a saziarmi.
Mi dirigo dritto alla
Casa Popolurui (la casa del popolo), il mastodontico edificio
sede del parlamento romeno.
Questa opera, voluta da
Ceauşescu come solenne celebrazione della sua carriera politica e
militare, è il secondo edificio più grande del mondo dopo il
Pentagono.
Per realizzarla (a
partire dal 1984, e non è ancora del tutto completato) furono
demoliti interi quartieri, comprese chiese, stadi, monasteri e
ospedali, per non parlare dell'immane sforzo economico! Si parla di
una cifra intorno ai 3 miliardi di euro, e in un periodo in cui il
popolo romeno moriva di fame.
Ceauşescu, comunque, non
lo vide finito, morì fucilato insieme a sua moglie il 25 dicembre
1989.
Al cospetto di questo
edificio non si può non restare a bocca aperta per la sua
imponenza...situato in cima a un terrapieno, sembra quasi
un'acropoli...un Partenone di stile sovietico, alto, rispetto alla
città pianeggiante.
È davvero immenso: per
girarci intorno serve almeno mezz'ora. È visitabile, solo con guide
autorizzate e ad orari stabiliti. Ero curioso di scoprirlo da dentro,
ma la prima visita disponibile era due ore dopo. Troppo tardi, non
potevo aspettare e non avevo voglia di ritornare...quindi rimando la
visita di questi sfarzosi 12 piani ad un'altra volta. Salterò anche
tutti gli altri musei della città: il tempo che ho è davvero poco e
decido di dedicarlo alla città.
la casa del popolo romeno: per fotografarlo tutto mi sono allontanato parecchio! |
Mi incammino per il
prospicente Bulevardul Unirii, infinito ed ampio viale che
sbocca nell'omonima piazza Unirii. Più che una piazza è un enorme
incrocio nevralgico tra varie arterie trafficatissime; comunque sia,
è abbellita da una fontana (a secco in questo momento) e giardini
curati.
giardini curati e l'orologio fa anche il carillon! |
piazza Unirii e i mosaici nella fontana asciutta |
concorrenza leale |
spazi immensi |
Superata questa grande
piazza e l'enorme e moderno centro commerciale Unirea (aperto tutti i
giorni dalle 10,00 alle 22,00),
il grande centro commerciale Unirea |
mi dirigo verso Piata
Universităţii, risalendo il lato destro di Bulevardul
Brătianu. Supero una prima chiesa, piccola e circondata da palazzoni
di stampo comunista.
super-palazzi |
Il regime, infatti, durante gli anni della
dittatura, intendeva eliminare qualsiasi forza che potesse opporsi al
suo potere: ovviamente la chiesa era uno di queste forze. Il culto
religioso fu perseguitato e molte chiese smantellate, spostate o
semplicemente nascoste dietro palazzoni enormi.
il regime comunista soffocava letteralmente il culto religioso |
Poi arrivo alla
chiesa (biserica
in romeno) di Sf. Gheorghe Nou,
con un bel giardino prospicente e bellissimi e coloratissimi
affreschi nel porticato dell'ingresso. Questa chiesa ospita la tomba
del principe di Valacchia Constantin Brătianu, di cui si può
ammirare una statua nel giardino.
All'interno, scene di esasperata religiosità da parte dei fedeli ortodossi, che si prostrano e si commuovono davanti alle icone.
Sf. Gheorghe Nou |
Sf. Gheorghe Nou |
Sf. Gheorghe Nou |
Sf. Gheorghe Nou |
Sf. Gheorghe Nou |
Sf. Gheorghe Nou |
Poco
più sù, sullo stesso lato del viale (il destro, se si sale) quasi
all'altezza di Piața Universităţii, si incontra la Biserica
Colţea: una piccola chiesa
costruita agli inizi del '700, con elementi di barocco italiano. Gli
affreschi esterni sono un po' sbiaditi, ma comunque notevoli. Alle
sue spalle si erge lo Spitalul Colţea, il primo ospedale della
città, contemporaneo della chiesa e ancora in attività.
Biserica Colţea |
ospedale |
affreschi sbiaditi, Biserica Colţea |
Siamo
ormai nel luogo chiave della storia recente di Bucarest e di tutta la
Romania, Piața Universităţii, piazza
in cui il regime incassò il colpo mortale nella notte tra il 21 e il
22 dicembre 1989. Lo spartitraffico, al centro della trafficatissima
strada, ricorda i caduti di quegli eventi (incluso Mihai Gatlan, il
primo a morire alle 17,30 del 21 dicembre) con dieci croci.
La piazza è stata teatro anche della rivolta dei minatori: nel giugno del 1990 l'allora presidente Iliescu si rivolse ai minatori per sedare una protesta studentesca contro il suo regime. In due giorni vennero uccise più di 100 persone.
La piazza è stata teatro anche della rivolta dei minatori: nel giugno del 1990 l'allora presidente Iliescu si rivolse ai minatori per sedare una protesta studentesca contro il suo regime. In due giorni vennero uccise più di 100 persone.
ricordo degli eroi della rivoluzione in Piata Universitatii |
Spettatore
di tutte queste vicende fu l'imponente e lussuoso Hotel
Intercontinental, dalle cui terrazze i giornalisti di tutto il mondo
documentavano i fatti in diretta.
hotel Intercontinental |
Oggi
la piazza ospita eventi più felici, come le feste per le importanti
vittorie sportive.
Piața
Universităţii opstita naturalmente anche l'università, anche se
la più bella facciata dell'edificio principale in stile neoclassico,
affaccia su Bulevardul Regina Elisabeta.
l'università |
Dalla
parte opposta dello slargo, bei palazzi eleganti e un po' più in
fondo noto le inconfondibili cupole dorate a cipolla, segnale che mi
trovo di fronte alla Biserica Sfântul Nicolae,
ovvero la chiesa russa di San
Nicola, purtroppo infagottata per lavori di restauro.
Biserica Sfântul Nicolae |
particolari |
arte contemporanea in Piata Universitatii |
Ritorno
sul viale Regina Elisabetta e lo percorro fino all'incrocio con Calea
Victoriei, importante e vivace arteria che taglia da nord a sud il
centro della città. Mi trovo davanti al Circolo militare nazionale,
che credo ospiti anche il museo militare.
Ora
devo decidere se percorrere Calea Victoriei
verso nord o sud...la stanchezza mi fa propendere per il sud, che
sembra leggermente in discesa.
Dopo
pochi passi mi imbatto in una chicca che se non si sta attenti si
rischia di perdere: il Pasajul Vilacrosse,
in pratica una stradina laterale protetta da una copertura in ferro
battuto e vetri gialli, una galleria, animata da un suseguirsi di
localini, bar, birrerie e ristoranti, tutti rigorosamente con un gran
numero di tavolini fuori. È il posto ideale per riposarsi.
Una
particolarità: alcuni di questi locali, olte al cibo e alle bevande,
offrono la possibilità di fumare il narghilè. Io non mi lascio
scappare l'occasione e ne ordino uno, insieme a un drink. Rimango
seduto una buona mezz'ora, a sorseggiare la mia vodka e a contemplare
il passaggio di belle ragazze, avvolto da una fumosa nuvola di
narghilè alla mela.
Pasajul Vilacrosse |
Pasajul Vilacrosse |
bellezze tipiche a Bucarest |
scorci particolari |
Recuperate
le forze, pago, mi alzo e percorro a ritroso Calea Victoriei in
direzione di un altro angolo importantissimo di questa città
inaspettatamente bella: Piața Revoluției,
circondata su ogni lato da edifici storici e da eleganti e piacevoli
vie laterali piene di boutique e ristoranti alla moda.
Il
mercato più grande e pittoresco della città è a un tiro di
schioppo, in Piața Amzei.
Come
già dice il nome di questa piazza, è qui che ebbe inizio la
rivoluzione romena, tra il 21 e il 22 dicembre 1989.
Piața Revoluției |
Piața Revoluției |
I
fori di proiettile sulla facciata della libreria Humanitas sono
veri e risalgono a quella notte: rimangono lì
a eterna memoria.
fori di proiettile |
morto a 22 anni in nome della rivoluzione |
Dall'atro
lato della piazza si erge il commovente, imponente e controverso
monumento della Rivoluzione. Rappresenta la slanciata lama della
libertà che trafigge il nero groviglio della dittatura (dalla forma
di una palla di filo spinato dal quale sgorga della vernice rossa, a
simboleggiare il sangue versato dei martiri per la libertà) e la
vince.
I
romeni dicono, però, che somigli di più ad un'oliva su uno stuzzicadenti...
Curiosa
la sede dell'Unione degli architetti di Bucarest, un
nuovissimo edificio in vetro costruito all'interno delle mura di una
bella casa andata distrutta durante gli scontri.
al centro il curioso edificio della sede degli architetti di Bucarest |
Bellissimo
l'edificio che ospita il museo nazionale di Arte, con i suoi
giardini curati e popolati da statue.
museo nazionale di arte |
Torno
di nuovo sull'altro lato della piazza per ammirare da vicino
l'Atheneum ( Ateneul Român),
uno dei più bei edifici di Bucarest. È una meravigliosa sala
concerti con cupola barocca e colonnato neoclassico, immerso in un
bellissimo giardino fiorito. Famoso in tutto il mondo per la sua
acustica perfetta. Una curiosità: durante la sua costruzione, negli
anni 80 dell'800 i fondi dei committenti vennero a mancare e i lavori poterono proseguire solo grazie
alle donazioni dei privati cittadini della città.
l'Atheneum |
l'Atheneum |
Seguendo
le indicazioni della mia guida mi metto a cercare anche l'edificio
che ospita il famoso Athénée Palace;
dovrebbe essere proprio qui nei dintorni, ma non lo vedo... cammino
leggendo i nomi delle vie e metto un piede in fallo e mi prendo una
storta tremenda alla caviglia. Nuoooo.
Stringo
i denti e da vero eroe continuo la ricerca: alla fine chiedo
indicazioni ad un passante: lui non parla inglese, ma capisce cosa
sto cercando e mi dice di seguirlo...così passeggiamo un po' insieme
(io zoppico più che passeggiare) senza dirci una parola, o meglio,
dicendo qualche parola che nessuno dei due capiva, arriviamo a
destinazione.
Era
proprio a fianco dell'Atheneum, tra l'altro è bello grosso, e ci sono
passato davanti almeno un paio di volte senza accorgemene... sarà
perchè mi aspettavo un edificio meraviglioso data la descrizione che ne avevo, mentre
invece è un dozzinale palazzo di inizi novecento, quasi di stampo
razionalista.
Il
lussuoso hotel ospitato nell'edificio è della famiglia Hilton, e nel
suo secolo di vita ha visto una serie infinita di intrighi ed eventi
storici...negli anni della guerra fredda qui soggiornavano le spie
russe ed americane e la notte del 21 dicembre del 1989, da uno dei
suoi balconi, Ceaușescu pronunciò il suo ultimo discorso al popolo.
Gli
sfarzosi interni sono in stile neoclassico e si vocifera di una
sublime sala da ballo. Io ho attraversato la porta girevole e sono
entrato di soppiatto per sbirciare.
Mi
sono trovato in un mondo dorato, dove tutto parlava la lingua della
ricchezza...un mondo di opulenza, al cui cospetto mi sono presentato in jeans e
t-shirt, tutto sudato (29 gradi anche oggi) e zoppicante.
Prima
di essere catturato e portato via dalla sicurezza, mi sono defilato
autonomamente...
stranezze in pieno centro |
Tornando
sulla piazza Revoluției, passo davanti alla Biserica
Crețulescu, una delle più
antiche (1720) e belle chiese di Bucarest; meravigliosamente
affrescata; fu danneggiata durante gli scontri della rivoluzione, ma
è stata ben restaurata. Purtroppo, dato il dolore alla caviglia,
scatto solo un paio di foto frettolose senza neanche vedere la
facciata principale.
Biserica Crețulescu |
Ripercorro
verso sud Calea Victoriei, notando appena le bellissime architetture
dei palazzi eleganti, ma mi soffermo un attimo davanti alla statua
dell'imperatore Traiano con in braccio una lupa (in ricordo delle
origini latine di Bucarest) che si trova sulla scalinata del museo di
storia naturale.
Qualche
metro più in giù incrocio la Strada Franceza, nel quartiere
del centro storico (o Lipscani). La percorro con naso all'insù,
ammirando il fascino antico, ma celato dietro strati di abbandono,
dei bei palazzi di inizio '900. Alcuni sono ristrutturati e danno
un'idea di cosa doveva essere Bucarest cento anni fa: una città che
si guadagnò l'appellativo di "piccola Parigi".
strada Franceza: particolare |
infilata di edifici neoclassici e art decò in Strada Franceza |
fascino antico in Strada Franceza |
Alla
fine della strada, dopo l'incrocio con via Şelari, si trova la
vecchia corte principesca di Vlad III Țepeș (Curtea
Veche), risalente alla
seconda metà del 1400. Del palazzo principesco rimane ben poco, dato
che nel corso dei secoli è andato distrutto da numerosi incendi.
Quel che si vede si deve a scavi archeologici del 1967.
La chiesa adiacente, ben
conservata, è la più antica della città: risale al 1540.statua di Vlad III Țepeș, in Curtea Veche |
Curtea Veche |
Dopo
tutto questo camminare mi viene fame e decido di fermarmi in una
taverna greca per una pita gyros.
Mangio
e mi riposo un po', ma non appena riprendo la funzione delle gambe mi
rimetto subito in moto e cerco la strada Stravopoleos,
intenzionato a visitare il monastero omonimo (molto famoso) e il
celeberrimo locale Carù cu bere.
Il
monastero e la chiesa annessa (Biserica Stravopoleos,
risalente al 1724) sono una minuscola oasi di pace in questo
quartiere festaiolo: bellissimo il piccolo chiostro, pieno di
colonne, croci campane e piante. Gli interni della chiesa annoverano
capolavori di intaglio del legno.
Biserica Stravopoleos |
monastero della Biserica Stravopoleos |
monastero della Biserica Stravopoleos |
Biserica Stravopoleos |
A
due passi da questo luogo sacro, un altro imperdibile posto, questa
volta profano: la famosa birreria Carù cu bere.
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Più
di una birreria o di un ristorante, si tratta di un monumento
nazionale: uno dei locali più famosi della Romania, con gli interni
tutti in legno intarsiato e con vetrate colorate. Sembra un salone da
ballo dell'800, un'atmosfera da corte medievale. L'eleganza fuori dal
tempo è però sminuita dalla confusione che regna all'interno, dove
decine e decine di camerieri (con tanto di auricolari) sfrecciano da
una parte all'altra dell'immensa sala per servire centinaia di
persone chiassose. Da segnalare la divisa delle cameriere,
rigorosamente in minigonna.
Ci
sono anche tavoli all'esterno. Data la grande affluenza di pubblico,
per la cena è meglio prenotare.
Entro
per curiosare un attimo, ci tornerò stasera.
Per
ora decido che i chilometri macinati sono abbastanza e torno in
hotel, saranno già 7 ore che vago per la città.
Come
mi ero ripromesso, torno da Carù cu bere per una birra prima della
cena. Non ho voglia di cenare in questa confusione, ma mi accomodo al
banco del bar, dove c'è un'attività frenetica dei camerieri che
riempiono boccali di birra ad un ritmo forsennato.
Prima
di ricevere attenzione da uno di loro passerà un bel po' di tempo,
ma ne approfitto per ammirare per bene il locale da una posizione
privilegiata: tutto qui è autentico, non è un locale moderno che si
rifà alla tradizione.
Gli
interni sono quelli originali, con il doppio scalone, le balconate,
le statue, le pareti e i soffitti tutti rigorosamente in legno.
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Ad
un certo punto cominciano degli spettacoli un po' fuori luogo: due
coppie di ballerini che danzano su musiche spagnoleggianti, sparate a
tutto volume...vabbè, comunque sono bravi, soprattutto a
destreggiarsi tra questo via vai di camerieri e me li guardo
sorseggiando una birra Ursus scura (made in Bucarest), servita in un
boccale che sembra una tazza da latte!
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Carù cu bere |
Esco
e vado ancora a far due passi tra le viuzze del centro storico tutte
illuminate e piene di giovani del luogo e di turisti. Per cenare mi
fermo in un Pizza Hut.
Ad
essere sincero non voglio sperimentare la cucina locale, notoriamente
ricca di aglio e cipolla: due alimenti che io detesto.
Torno
in albergo percorrendo Bulevardul Regina Elisabeta,
e all'altezza del Parco Cișmigiu vengo
catturato da un rumore familiare: sembrano migliaia di rane in amore!
Ed in effetti è così: all'interno di questo parco curatissimo (con
tanto di guardiani fino a tarda sera) c'è un laghetto artificiale
con una fontana in mezzo. Si possono noleggiare anche delle barche a
remi per girare il lago, tranne per una porzione delimitata da una
rete: questa sarà sicuramente la "zona rane"...fanno un
frastuono incredibile, ma è bellissimo.
08/04/16
Stamattina
lascio la stanza e faccio il check-out intorno alle 10,00 e zaino in
spalla ripercorro Bulevardul Regina Elisabeta e mi accorgo che le
rane non smettono di cantare neanche di giorno... che carine! Mi metto
un po' ad ascoltarle e quando lo stomaco comincia a brontolare vado a
cercare un supermercato dove comprare la colazione.
La catena di
supermercati che va per la maggiore qui è la Mega Image. Fuori dal
negozio, rannicchiato per terra, un ragazzo che poteva anche essere
più giovane di me, che a mano tesa chiedeva qualche spicciolo. Era
ridotto davvero uno straccio, sporco e infreddolito, si vedeva che
non era il solito alcolista.
Compro
croissant al cioccolato e succhi ace per due e faccio colazione con
lui sulla panchina. Non parla molto bene l'inglese, ma dagli occhi
capisco tutto e mi viene tanta tristezza. Nonostante la sua vitalità
emergente, nonostante le belle auto e i vestiti alla moda, Bucarest
soffre ancora.
Forse
si vedono più senza tetto da noi, ma quelli che ho visto qui erano
davvero al limite della sopportazione.
Tempo
fa vidi in televisione un servizio che svelava la città sotterranea
di Bucarest: migliaia di persone che vivevano nelle fogne della città
e che si erano organizzate per vivere come in una sorta si paese:
piccoli e fatiscenti appartamenti...il vicinato...
Ed
ora che ci penso ho visto più di un tombino aperto in qualche angolo
di città: lì per lì mi ha lasciato sgomento che dei lavoratori
potessero dimenticare i tombini aperti e incustoditi dopo un
intervento di manutenzione, ma riflettendoci, probabilmente quelli
erano i varchi lasciati aperti dagli abitanti di quel mondo.
Proseguo
per la mia strada, verso Bulevardul Bălcescu,
risalendolo fino a Bulevardul Magheru,
segnalato dalla mia guida come un viale di shopping, ma io non l'ho
trovato particolarmente interessante.
Arrivo,
dopo un bel po' di strada, in Piața Romană,
l'ennesimo ed enorme crocevia di intersezione di stampo sovietico,
che qui prende il nome di "Piazza".
Vorrei
arrivare fino in Piața Victoriei (dove
si staglia il grattacielo più alto di Bucarest, 120 metri per una
sede di una banca...), ma la caviglia ancora dolorante mi chiede
pietà e allora, con un plateale anticipo, mi metto ad aspettare il
783 per l'aeroporto...sperando di trovarlo vuoto.
Fortunatamente
arriva prestissimo e vuoto. Trovo posto accanto ad una,
inesorabilmente carina, biondina e dal finestrino ammiro Piața
Victoriei, decisamente più piacevole di Piața Romana, Bulevardul
Titulescu, ecc... Siamo entrati
nei quartieri benestanti della Bucarest nord, e si nota subito.
Niente
palazzoni dormitori, ma villette a due piani in tipico stile
brancovano, palazzotti in vetro di uffici, vialetti alberati, auto
lussuose.
Passiamo
accanto al famoso Arco di Trionfo, simile a quello parigino, ma più
ridotto: "solo" 27 metri.
Superiamo
anche il museo del contadino romeno...una sorta di ricostruzione in
un parco di un villaggio tipico rurale tradizionale. La guida lo
descriveva come imperdibile, quindi date le circostanze...ci
torneremo.
Dopo
circa tre quarti d'ora sono in aeroporto, felice, stanco, dolorante,
ma più ricco di esperienze di prima.
La
Romania mi ha piacevolmente stupito: abbasso i pregiudizi, viva i
viaggi!
nonostante la breve permanenza in questa bella città,il diario è dettagliato,scorrevole e direi completo.Bravo
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