KOUFONISSI
La scelta di questa
destinazione poco conosciuta è dovuta al caso. Esattamente un anno
fa io e la mia pisi ci siamo letteralmente innamorati di un'immagine
di una donna che nuotava beatamente in una piscina naturale dal
colore dell'acqua di un verde smeraldo che sembrava impossibile.
Ed è così che per
dodici mesi abbiamo vissuto in funzione di questa immagine che aveva
un nome: Koufonissi!
Col passare dei mesi
abbiamo cominciato a raccogliere tutte le informazioni possibili, a
dire il vero poche, disponibili su guide turistiche, riviste del
settore e internet e alla fine abbiamo prenotato (autonomamente -
tengo a precisare!) la nostra settimana in paradiso.
Partiamo dal Gate E9 del
Pireo alle 07,00 del mattino del 19-06-2012 con nave Superjet della
compagnia SeaJet, una nave veloce che ci farà passare le 7 ore più
nauseabonde della nostra vita!
Ma all'arrivo che
consolazione!
Questa è la prima
immagine che si ha di Koufonissi, una volta sbarcati nel suo
minuscolo porticciolo...
Oserei dire niente male,
e voi?
Un'acqua talmente
trasparente che le barchette danno l'impressione di fluttuare
nell'aria anziché galleggiare, soffice sabbia bianca quasi caraibica
e un caldo micidiale reso sopportabile dal forte Meltemi, ora utile,
ma che fino a poco prima ha tormentato la nostra traversata.
Siamo talmente presi male
dal viaggio che al porto ci infiliamo nel furgoncino di un residence,
ma quando arriviamo a destinazione scopriamo che non è il nostro!
“Ahahahah! Sorry, i'm very tired and dazed! Can you bring us to our
destination, please?”
La proverbiale ospitalità
greca non si smentisce e tra qualche risata veniamo accompagnati
finalmente al posto giusto, il Villa Maria Vekri (monolocale a 30
euro a notte) , dove un preoccupato albergatore stava proprio
chiedendosi che fine avessimo fatto!
Lui ci fa vedere la stanza,
insiste per offrirci un caffè (che rifiutiamo) e giusto per
coccolarci ci lascia tre fette di torta fatta in casa (che accettiamo
e divoriamo in tempo zero. Buonissima!)
Il posto è carino, un
bel giardino, ottima posizione, vicina al porto e al centro del
paesino, ma in una stradina sterrata molto tranquilla, dove i soli
rumori sono opera di cicale e del vento. Per la nostra gioia tutto
intorno pascoli per simpatiche caprette e tanti micetti affamati che
ci terranno “disinteressatamente” compagnia durante tutti i pasti
consumati al fresco del giardino.
Giusto il tempo di lavare
via le fatiche del viaggio, rivoltare i bagagli in cerca del costume
e sgusciamo fuori a immergerci per la prima volta nelle fresche e
azzurre acque del Mar Egeo.
Ovviamente la prima
spiaggia che ci ospita è quella del porto, che a noi pareva
meravigliosa, ma che successivamente abbiamo solo snobbato o al
massimo utilizzato come sfondo per qualche foto, una volta scoperte
le altre spiagge dell'isola.
Dopo questi primi “bagni di meraviglia” decidiamo di esplorare ovviamente a piedi la costa est dell'isola e di arrivare fino alla spiaggia di Pori, quella più lontana, in modo da prendere subito confidenza con la geografia del luogo.
Stanchi, e assetati
torniamo al villaggio dove troviamo il market dove acquistiamo il
necessario per la cena di stasera.
Il giorno dopo ci
svegliamo presto tutti pimpanti, desiderosi di nuotare in queste
splendide acque.
Per caso capitiamo davanti al porticciolo da dove parte la barchetta per Kato Koufonissi. (Dovete sapere, ora, che la Koufonissi dove siamo noi è una microisola di 4 km quadrati e si chiama per l'esattezza Pato Koufonissi. È un'isola abitata da poche centinaia di persone, con un unico paesino e poche auto. Ma a dieci minuti di barca c'è la meraviglia delle meraviglie: Kato Koufonissi; un'isola pressochè deserta - una sola taverna sul porticciolo e meno di dieci abitanti, ma tante caprette - e incontaminata, dove l'edilizia è vietata per proteggere questo micro-ecosistema e i siti archeologici testimoni di civiltà cicladiche antiche.)
Per caso capitiamo davanti al porticciolo da dove parte la barchetta per Kato Koufonissi. (Dovete sapere, ora, che la Koufonissi dove siamo noi è una microisola di 4 km quadrati e si chiama per l'esattezza Pato Koufonissi. È un'isola abitata da poche centinaia di persone, con un unico paesino e poche auto. Ma a dieci minuti di barca c'è la meraviglia delle meraviglie: Kato Koufonissi; un'isola pressochè deserta - una sola taverna sul porticciolo e meno di dieci abitanti, ma tante caprette - e incontaminata, dove l'edilizia è vietata per proteggere questo micro-ecosistema e i siti archeologici testimoni di civiltà cicladiche antiche.)
Davanti alla barchetta
vedo due persone che attendono e incuriosito chiedo informazioni.
Guarda un po' il caso, sono italiani! E sono lì per una corsa
speciale che il capitano della barchetta (un personaggio leggendario)
gli ha concesso. Ovviamente ci aggreghiamo, e se poi contiamo il
fatto che lui (Giorgio) è un archeologo, potete immaginare che colpo
di fortuna straordinario!
Infatti, una volta arrivati SOLO NOI
QUATTRO sull'isola, cominciamo la visita guidata total free!!!
Ah, piccolo particolare.
I nostri nuovi amici, Giorgio e Loretta (persone eccezionali),
trascorreranno qui i prossimi due giorni, approfittando
dell'unica stanza in affitto di tutta l'isola! Andiamo subito con
loro a ispezionarla, dato che si trova proprio sul porticciolo. In
realtà è un ex ovile convertito in stanza abitabile, ma parecchio
spartana, dove la corrente elettrica arriva solo 3 volte al giorno
per un'ora alla volta. Bisogna avere spirito d'avventura! Ma vuoi
mettere risvegliarsi col canto del gallo domani e sapere che l'isola
per qualche ora è solo tua?
Cammina cammina, Giorgio ci fa scoprire insediamenti antichi molto interessanti, dai quali veniamo spesso distratti dalla bellezza ineguagliabile del mare sotto di noi, dalle tante caprette che vagano libere per l'isola e dal profumo della macchia mediterranea.
Impieghiamo un'ora per
raggiungere la spiaggia di Nero, capolavoro naturalistico: lunga
spiaggia di sabbia e ciottolini, difficile da raggiungere e
ombreggiata da un gigantesco cedro e un po' più indietro due
maestose palme. L'acqua, ovviamente blu, ma subito profonda.
Facciamo una scoperta
sensazionale. Il cedro è arredato!
A noi sembra un avamposto di
pescatori o pastori, che sicuramente durante le loro giornate di
lavoro vengono qui a mangiare e riposarsi sotto le fronde
dell'albero.
Ci sono pentole, viveri, panni stesi, attrezzi come
un fornellino da campeggio, bottiglie d'acqua, bidoncini pieni
d'acqua messi al sole e persino un'altalena. Tutto sistemato
ingegnosamente con corde e travi in legno, in modo da tenere i viveri
sospesi per aria lontani dalle capre e irraggiungibili dagli insetti,
il pentolame sistemato sulle travi, ecc.
Ci accorgiamo che c'è
perfino un pozzo, probabilmente di acqua dolce, dal quale qualcuno
prende l'acqua e la versa in degli abbeveratoi improvvisati a
beneficio dei simpatici ovini.
Passiamo un bel po' di
tempo a chiederci chi possa essere il genio che ha “arredato”
così questo albero, prendendo il sole e facendo qualche rigenerante
bagno.
Finalmente arriva il
“proprietario”. A prima vista ci siamo preoccupati, aveva un
abbigliamento simil-talebano e sembrava scocciato dalla nostra
presenza.Ma ci sbagliavamo: Vasiliki (così si chiama) si mostrerà felice di averci lì con noi e ci farà passare due giorni memorabili.
Dopo aver scambiato un po' di chiacchiere per conoscerci, lui comincia a sorprenderci. Vai in spiaggia a raccogliere argilla, la impasta con acqua e prepara per noi impacchi di bellezza! Ci mostra la tecnica per prelevare l'acqua dal pozzo senza caderci dentro e senza farsi venire un'ernia, ci regala profumatissimi pezzetti di legno di cedro e ci offre dolcissime albicocche. Ci presta una crema anti-mosquitos fatta a mano da lui con erbe raccolte da sè...che roba...
È stato commovente vedere quanta generosità e ospitalità può arrivare da chi non ha nulla e altrettanto amaro pensare a quanto arida sta diventando la nostra vita frenetica.
La sua è una vita fuori dal comune, ma ci tiene a farci sapere che non è un selvaggio. È lì per delusioni d'amore e per aver temporaneamente perso il lavoro. È lì per mettere alla prova se stesso, e a mio avviso ci riesce benissimo. Si premura perfino di farci fare una doccia di gelida acqua di pozzo per lavare via il sale dalla pelle prima di affrontare la camminata di ritorno verso il porto e ci aiuta nel primo tratto di risalita del costone di roccia portando le nostre borse.
Purtroppo io e Pisi
dobbiamo tornare a Pato Koufonissi, Loretta e Giorgio rimangono con
il nostro nuovo amico e ceneranno in spiaggia con pollo e patate
cotti alla brace. Beati loro.
Noi comunque ceniamo in una taverna
vicina al porto di Pato Koufonissi (conto 21 euro...).
Il mattino seguente ci
svegliamo con calma e facciamo colazione in giardino. Abbiamo
intenzione di tornare a Kato Koufonissi, ma oggi nessuna corsa
speciale. L'unica corsa (ed oggi sarà affollata, una trentina di
persone, la metà italiani) è alle 11.
Il nostro programma è di
pucciarci in tutte le spiagge da sogno che ieri abbiamo solo visto
dall'alto, fino a raggiungere i nostri amici a Nero.
Appena sbarcati voliamo
letteralmente verso la prima spiaggia, Panaghia Bay. Un turchese
inaudito!Tuffo veloce prima che arrivi tutta la folla che c'era sulla
barca. Quando loro arrivano noi stiamo già rivestendoci.
Stessa cosa con la
spiaggia successiva: Dhetis Bay, una morbida e doppia insenatura
sabbiosa, con grotte naturali dove trovare riparo dal sole feroce.
Stiamo qui il tempo di un bagno e di un picnic (ormai è mezzogiorno
passato) e ci rimettiamo in cammino. Arriviamo a Nero dopo una
ventina di minuti e lì ci attendono i nostri amici per una nuova
avventura.
Dato che la barca oggi
era piena, alcuni temerari ragazzini italiani si sono spinti fin qui
disturbando il nostro idillio. Vasiliki, dunque, decide di portarci
in un'altra spiaggia ancora più inaccessibile e lontana, dalla quale
in lontananza si scorge l'isola di Naxos.Come spiegarvi...era magnificamente dimenticata dall'uomo. Non so dirvi quando è stata l'ultima volta che questa spiaggia ha ospitato bagnanti.
Grazie Vasiliki per questo privilegio che ci concedi!
Ci deliziamo con l'acqua
cristallina e freschissima di questo angolo di Egeo, mentre una
grotta naturale dove rimaniamo a parlare un po' ci ripara dal sole.
Al ritorno Vasiliki ci
porta all'interno di un circolo perfetto. Una radura circolare che
anticamente doveva essere un teatro naturale o (secondo Giorgio) un
bacino di lavorazione di prodotti dell'agricoltura.
Per concludere
grandiosamente l'escursione ci mettiamo a raccogliere fichi dal
grande albero che c'è al lato di questa radura, sfamando anche con
qualche tenera foglia verde del fico le caprette che non ci
abbandonano mai!!!
Ormai è tardi, torniamo
all'accampamento per una rigenerante doccia gelata di acqua di pozzo
e per recuperare le nostre borse, ma prima parliamo un po' di
politica con Vasiliki, della sua straordinaria e a volte sfortunata
vita e per creare atmosfera per questi ultimi momenti insieme metto
su col cellulare “Creuza de ma'”. Come musica d'addio mi sembra
ottima. Un omaggio al mare, alle tradizioni, alla nostra Genova.
Credo di vedere gli occhi
del nostro amico greco che si inumidiscono e dall'espressione del suo
volto si capisce che apprezza e capisco anche con un po' di tristezza
che era da tempo che probabilmente non ascoltava musica, allora metto
su anche il sirtaki, dalla colonna sonora di Zorba il Greco. Questa
volta un omaggio alla Grecia. Sorrisi, abbracci, addii e
commozione.Addio caro amico, buona fortuna.
Lui si commuove all'abbraccio di mia moglie e altrettanto faremo noi la sera al residence.
Loretta e Giorgio rimangono anche stanotte a Kato Koufonissi e cenerano con Vasiliki alla taberna.
.
Oggi rimaniamo a Pato. Destinazione della giornata la spiaggia di Pori, la più distante, ma anche una delle più belle. Lunga sabbia bianca e soffice e acqua turchese stile caraibi con colonia di naturisti a lato della baia (ce ne sono comunque un po' dappertutto), ma prima andiamo alla ricerca della famosa “piscina”. È uno spettacolo strabiliante, ma oggi è pericoloso scendere giù, il mare dall'altra parte degli scogli è in tempesta. Vero peccato!
A Pori abbiamo
appuntamento con Loretta e Giorgio di ritorno da Kato a mezzogiorno.
Arrivano e ci raccontano la serata alla taverna e quando lo stomaco
chiama andiamo a pranzare insieme in uno dei due bar a ridosso della
spiaggia con freschissima insalata greca e birra Mythos.
Il momento dei saluti
giunge anche per noi quattro. Loro proseguiranno la vacanza a
Santorini. Facciamo qualche foto ricordo e ci diciamo addio. Ci
mancherete cari amici!
Rimaniamo ancora un po'
in spiaggia e poi ritorniamo al residence per riposarci.
La sera ceniamo in
maniera estremamente cheap! Pita Gyros e pita souflaky servite da una
finestrella, all'interno della quale c'è un simpaticone
indaffaratissimo! Ceniamo con 10 euro in due...good!
Giretto al tramonto per
le viuzze del caratteristico paesino-ino cicladico e troviamo anche
l'unica agenzia di viaggio dell'isola e pazienza per i soldi buttati,
ma compriamo i biglietti di ritorno con una compagnia di traghetti
tradizionale; un'altra traversata col Superjet non la sopporteremmo.
Da qui in poi i giorni
saranno scanditi da lunghe passeggiate immersi nella natura alla
ricerca delle calette perfette e deserte dove prendere il sole e fare
il bagno in tranquillità, magari con grotte naturali dove godere di
un po' di fresco. Facciamo il bagno anche nella famosa “Devil Eye”
una scenografica e particolarissima piscina naturale verde smeraldo,
incastonata tra gli scogli.
Che fantasia ha la natura!
Che fantasia ha la natura!
Le sere invece saranno a base di cenette deliziose ed economiche in taverna, passeggiate per il paese, crepes alla nutella in gelateria e per finire, l'ultima sera ci ritroviamo alla festa del paese in onore di San Giovanni. Viene acceso un falò in spiaggia che viene alimentato con coroncine di erba secca lanciate da fanciulli e fanciulli in abiti tradizionali. Poi si comincia a saltare attraverso il fuoco al grido di “OPAAAA” e con sottofondo di sirtaki. Può saltare chiunque ne abbia voglia, ma sono soprattutto i ragazzini a farlo, dev'essere una cosa propiziatoria...
Bella serata, la
concludiamo ammirando il cielo stellato dal buio e silenzioso
giardino di casa e diamo l'arrivederci a questa terra degli dei che
ci ha regalato momenti, sensazioni, esperienze e paesaggi
indimenticabili.
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