40 ore sono sufficienti a due come noi per farci dire: "Andiamo a Porquerolles???"
Detto fatto! Erano anni che volevamo andarci!
I giorni a disposizione sono sabato 13 (dal pomeriggio) e domenica 14 luglio.
Prenotiamo al volo su booking.com l'albergo di poche pretese a 20 km da Hyeres (il più veloce porto di imbarco dei traghetti per l'isola) in modo tale da partire presto al mattino della domenica e prendere uno dei primi traghetti in partenza.
L'albergo è a Cuers, un paesino anonimo nell'entroterra e l'albergo (che sembra più un motel - il personale è incapace di parlare inglese, come quasi tutti i francesi) è il Fasthotel (http://fasthotel.com/profil/name/Toulon_Cuers): 57 euro per una doppia.
Ottima la posizione appena fuori l'uscita di Cuers sulla A57.
Partiamo da Genova alle 15.00 di sabato 13 luglio...contiamo di arrivare entro le 17.00 ma c'è un traffico da paura e arriviamo alle 19.40, venti minuti prima della chiusura del check-in. Menomale altrimenti ci sarebbe toccato farlo con una macchinetta automatica...anche questa solo in lingua francese!
La camera è minuscola e il bagno è in stile nave da crociera, ma per una notte va benissimo.
Laviamo velocemente via le fatiche del viaggio e ci fiondiamo in paese a cercare un ristorante, ma aihnoi il paesino non è il massimo in fatto di ricettività e ristorazione.
Troviamo solo 2/3 ristoranti abbastanza cari dai quali esce un penetrante lezzo di aglio (che qui è l'ingrediente principe della cucina locale) e indovinate un po'?
NOI ODIAMO L'AGLIO!!!!
Dunque optiamo per l'unica alternativa possibile...un furgoncino (stile paninaro zozzone) dove fanno la pizza!!!
Il profumo è anche buono...vabbè chissà...proviamo...
Una delle pizze peggiori della nostra vita: dovevamo aspettarcelo.
Gironzoliamo poco per le viuzze del paese perché ormai sono le 21.00 e sta diventando buio, e onestamente siamo stravolti e vorremmo andare a dormire presto...
Notiamo però che la cittadina è addobbata a festa e si prepara a domani, 14 luglio! Festa nazionale in Francia. Si ricorda la presa della Bastiglia!
14/07/2013 - ore 06.30
Non perdiamo neanche un minuto: vogliamo prendere il primo traghetto per l'isola alle 07.00!!!
Ma non ce la faremo mai... Primo problema la colazione: ci fermiamo in una boulangerie e compriamo tipici croissant francesi super burrosi. Che buoniiiiii.
Secondo problema: rifornimento di benzina. E qui facciamo una triste scoperta: ecco quanto pagano la benzina in costa azzurra...
1.48!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
il giorno prima a Genova l'ho pagata 1.83.
Non è solo questa la triste scoperta...ci rendiamo conto che l'auto circolante più sgarrupata di tutta la costa azzurra è la nostra povera Lancia Y!
Ahhahah! Tutto intorno è un brulicare di BMW, Mercedes, Porches, Ferrari, Maserati e Roll Royce.
uno dei battelli
Arriviamo alla biglietteria alle 08.10, in tempo per il traghetto delle 08.30. Il costo del biglietto andata e ritorno è di 18.50 a persona. La traversata dura appena 10 minuti.
A quest'ora del mattino i battelli trasportano ancora poche persone e per la maggior parte gente che lavora a Porquerolles, ma dalle 10.00 in poi orde di turisti chiassosi a frotte invaderanno questo eden silenzioso.
Da non dimenticare anche l'altissima presenza di imbarcazioni in rada... Porquerolles ne è puntellata per tutto il suo perimetro. Sono a migliaia e la cosa non è piacevole.
Però devo abituarmi al pensiero che le cose belle non posso tenermele tutte per me...
esempio di affollamento barche...
In dieci minuti si viene catapultati in un paradiso che sembra impossibile sia ubicato qui: a due passi dalla costa francese, nel pieno dell'Europa cementificata e industriosa.
L'isola è un'oasi protetta, la si gira a piedi o in bicicletta attraverso le decine di chilometri di sentieri battuti e ben segnalati. È impossibile perdersi. Ad ogni incrocio troverete le indicazioni.
Le uniche auto ammesse sono quelle dei pochi e fortunatissimi abitanti.
Anche le strutture ricettive sono poche e abbastanza costose.
L'unico centro abitato è carino, pieno di ristoranti, bar e negozietti.
Potete acquistare la cartina dell'isola per 3 euro al centro informazioni che troverete alla fine della passerella del porto. Il personale è multilingue (parlano anche italiano) e gentile.
P.S. fate scorta di acqua e cibo, perché non troverete bar in giro per l'isola!
Passeggiare per i sentieri è meraviglioso. Paesaggi naturali silenziosi e profumo di macchia mediterranea. Milioni di cicale canterine e dolci vigneti.
il suono di Porquerolles
Decidiamo di andare per prima alla Plage d'Argent, a circa 2,5 km dal villaggio in direzione ovest. Una volta arrivati ci investe un forte odore di alghe putrefatte...
La spiaggia è invasa, ma per fortuna basta fare qualche altro centinaio di metri più in là e si arriva in una bellissima baia pulita.
Plage D'Argent
Plage D'Argent
Plage D'Argent
Plage D'Argent
Qui trascorriamo in pace qualche ora, fino a che la presenza dei diportisti non si fa insopportabile e ci avventuriamo ancora più a ovest, per circa 600 metri, fino alla spiaggia di L'Aiguadon.
Ma ci rendiamo subito conto che pur essendo carina e riparata è un po' troppo affollata per noi e ce ne andiamo subito...
L'Aiguadon
L'Aiguadon
L'Aiguadon
Ci avviamo quindi verso il paese per una granita e per rifornirci di acqua...dista solo 3 km!!!
Ripartiamo che siamo sconvolti...ma non possiamo rinunciare alla voglia di scoprire un'altra spiaggia...
stanchezza e sofferenza
Questa volta ne scegliamo una vicina vicina: Plage de la Courtade, a qualche centinaia di metri dal villaggio e a nostro avviso MERAVIGLIOSA!
Queste due caratteristiche ne fanno una spiaggia piuttosto affollata, ma fa niente, perché è talmente lunga da lasciare lo spazio a tutti.
L'acqua ha le sfumature dei caraibi e il fondale rimane basso per decine e decine di metri: l'ideale per le nuotate della mia Pisi!
Alle 17.00 stanchi, felici e cotti dal sole prendiamo il battello per Hyeres, paghiamo 5.50 euro di parcheggio e ci apprestiamo a percorrere i 340 km che ci separano da casa!
Finalmente
l'astinenza sta per finire! Non importa svegliarsi all'ora dei
vampiri per raggiungere Bergamo, da dove abbiamo il volo alle 07,45.
Che
importa se per strada dobbiamo combattere il sonno cantando (o
meglio, cercando di cantare) a squarciagola i successi di Anna
Vissi e Despina Vandi?
Il volo
Ryanair è puntuale e il tanto desiderato arrivo a Salonicco
ci regala il calore dell'estate greca, estate che a Genova tarda ad
arrivare.
Ad
attenderci, per conto dell'agenzia di autonoleggio, Cristina, una
bella bionda che ci consegna il mezzo e ci dà le indicazioni per
raggiungere la nostra destinazione: Vourvouroù.
Incredibile
amici, ma in 110 km di strade non ci siamo mai sbagliati! (campagna
contro il gps, ancora vinta da noi). La strada è facile: da
Salonicco si prende per Nea Moudanià, poi per
Sithonia, poi per Nikiti, infine per Sarti.
Vourvouroù la si incontra prima di Sarti.
Il
residence (Zisios Studios, www.zisios.net ) è carino,
restaurato di recente, sulla strada principale e con un bel giardino.
Il cornicione del tetto è punteggiato da tanti nidi di rondini che
riempiono il silenzio assolato del luogo con i loro cinguettii.
Zisios Studios
Zisios Studios
Gli
albergatori sono giovani e simpatici. Lui (Asterios) parla un
buon inglese, mentre lei (Maria) parla un ottimo italiano,
dato che si è laureata in Italia.
Appena
posate le valigie ci docciamo e ci catapultiamo in spiaggia
attraverso un sentiero nelle sterpaglie (come da nostra tradizione,
in infradito).
La
spiaggia è una stupenda e sottile striscia di sabbia bianca e
grossolana; il mare digrada dolcemente. La pineta arriva fin sulla
spiaggia e noi approfittiamo della frescura meravigliosa di un pino.
Durante il pomeriggio schiaccieremo un paio di pisolini, immersi
nella beatitudine più totale, all'ombra dei pini profumati,
accarezzati da una brezza provvidenziale.
La
ninna nanna ce la cantavano gli uccellini e le cicale, alla base
musicale la dolce risacca dell'Egeo.
Davanti
a noi la microisola di Nisi Diaporos e sullo sfondo la catena
montuosa sacra, con un ben distinguibile Monte Athos.
vista dal balcone del Zisios Studios: in secondo piano, l'isola di Nisi Diaporos
Affollamento
spiaggia quasi nullo, ma sarà solo per la bassa stagione, dato che
qui a Vourvouroù c'è una concentrazione di studios e hotel
paurosa.
Dopo questo ozio assolutamente rigenerante e necessario
decidiamo di risalire per lo stesso sentiero, ma ci perdiamo nella
campagna diverse volte.
Alla fine, contrariati, stanchi e cotti
dal sole facciamo una camminata interminabile di un'ora per
raggiungere gli studios, che in linea d'aria vedevamo a 200 metri da
noi...
Durante
questo tragico rientro incontriamo e conosciamo la nostra
albergatrice che ci consiglia due posti dove andare a mangiare.
Uno è
Il Mondo, la pizzeria di suo fratello, l'altra è la taverna
più famosa di Vourvouroù: Gorgona i Pulman (citata anche
sulla nostra guida Dumont).
Per
stasera scegliamo la Gorgona: confermiamo che si mangia bene,
abbondantemente e sotto i 30 euro in due se non si esagera.
P.s. Se
ci andate al tramonto è uno spettacolo.
Vi raccomando di non
farvi impietosire dai mille mici che verranno a piangere miseria
sotto i tavoli: è vietato dargli da mangiare...
Ora scorta di
viveri al minimarket per la colazione e il pranzo al sacco di
domani.
A letto presto perchè siamo stanchi e un po' alticci
grazie alla Mythos e all'ouzo. Kαληνύχτα!
18/16/13
Sveglia alle 08,00 e colazione purtroppo in camera: il balcone è
inondato dalla caldissima luce del sole greco, che a quest'ora già
scotta.
Ombrellone, asciugamani e ciambellone e ci mettiamo subito in
macchina alla ricerca della nostra caletta perfetta; ma dopo qualche
minuto di viaggio vediamo qualcosa che si muove sulla
carreggiata...ma cos'è??? Una tartaruga!!!!! Povera! sta
attraversando la carreggiata: prima che venga schiacciata da qualche
auto la aiutiamo a passare dall'altra parte...
La strada, un nastro nero tra due versanti di verdi, fresche e
odorose pinete, è punteggiata da sentieri che sicuramente portano a
spiagge bellissime.
Noi
ci fermiamo dove vediamo già qualche auto in sosta, indice che c'è
qualcosa di interessante. Ci troviamo a Kouvorotripes:
un posto fantastico.
La pineta è popolata da campeggiatori liberi di diverse nazionalità:
Greci, Bulgari, Serbi, Croati, Rumeni, Macedoni, Russi e Ucraini. Il
turismo da queste parti è in prevalenza proveniente dai Balcani e
dall'est Europa. Personalmente mi fa piacere non essere circondato
dai soliti tedeschi.
Quando vediamo il mare è uno chock. Un azzurro meraviglioso che
sfuma in mille tonalità, sabbia bianca e la fitta pineta subito a
ridosso della spiaggia, abbarbicata su costoni di roccia.
Scendiamo l'agevole sentiero e rimaniamo a goderci questo paradiso
per un paio di ore, tra un bagno di sole e uno di mare.
Le macchine parcheggiate sul ciglio della strada fungono da richiamo
per tutti quelli che passano da lì e così verso le 11,00 la
spiaggia si popola troppo per i nostri gusti e il sole comincia
davvero a fare male e noi non abbiamo l'ombrellone: meglio andare ad
esplorare la pineta per vedere se si riesce a raggiungere qualche
altra caletta più isolata e ombreggiata.
Ma troviamo addirittura un lido strapieno di gente, con un baretto
con la musica a palla. Non fa per noi. Peccato come le cose più
belle debbano essere così stravolte in nome del denaro.
Ci scegliamo un posticino al fresco sotto gli alberi della pineta e
facciamo picnic con le scorte portate da casa.
Ripartiamo
con destinazione Sarti.
(fate attenzione al pieno di carburante: da Vourvouroù a Sarti non
troverete distributori.)
È una piccola località quasi prettamente a vocazione turistica, ma
ha una spiaggia di sabbia bianca ampia e chilometrica, con un mare da
bere!
Il mare cristallino di Sarti: in lontananza il Monte Athos
La spiaggia di Sarti
Sembra un'immensa piscina e questo basta a farci dimenticare la
nostra “fobia” per i posti affollati e rumorosi. (anche se non
si può parlare ancora di vero affollamento...gli spazi tra un
ombrellone è l'altro sono molto generosi).
Al primo “emporio” aquistiamo l'ombrellone più economico che
riusciamo a trovare (€ 5,50), dato che non potremo portarlo in
aereo e ci andiamo a spiaggiare. Tra un sonnellino, tanti bagni e i
grandi successi pop dell'estate greca 2013 che passano alla mia mia
fedelissima radiolina, arrivano le 15,30, decisamente una botta di
caldo sufficiente per il primo giorno.
Posiamo la roba in macchina e andiamo a prenderci qualcosa di fresco
da bere al beach bar.
Pisi non resiste e prende un
espresso...prezzo 2,5 euro, ma buonino. Io un espresso freddo glikò
“alla greca”. Insieme a questa consumazione da apena 5 euro vi
arriveranno sempre gratis una bottiglia d'acqua e qualche biscottino
goloso.
Torniamo a Vourvouroù e “nanniamo” fino alle 19,00.
Oggi è la serata pita gyros. Ne mangiamo un sacco spendendo in due
15 euro.
Poi
torniamo in camera, qualche partita a carte e...Kαληνύχτα!
19/06/13
Sveglia
presto, colazione e via! La destinazione è a due passi dal nostro
“xenodochìo”:
Karidi beach: una
spiaggia dai colori caraibici, una mezzaluna ampia di soffice e
finissima sabbia bianca, mare azzurro che di più non si può e
tantissimi pesciolini. Noi però non ci fermiamo qui, immaginando
che più tardi ci sarebbe stato un marasma di gente e esploriamo il
versante a sinistra, oltre le rocce dell'insenatura e la vegetazione.
Troviamo, tra una manciata di calette disponibili, una da sogno e ce
ne impossessiamo per tutta la mattinata, suscitando l'odio di tutti
quelli che ci guardavano. Ahahahah!
Piccola, riparata, direi anche
insonorizzata, dato che non ci raggiungevano i rumori della “civiltà”
e potevamo quasi immaginare di essere gli unici beneficiari di questo
eden, dimenticandoci di tutto il mondo e dei suoi problemi. Solo uno
specchio d'acqua azzurra davanti a noi, un cielo azzurro sopra di noi
e il romantico suono delle cicale. Unici nostri compagni “visibili”
tanti pesciolini curiosi che ci nuotavano intorno, facendoci
divertire.
Quando crediamo di esserci ritemprati a dovere con tanta bellezza e
di non poter più sopportare altro caldo facciamo i bagagli e
torniamo in camera.
Alla nostra partenza si scatena la battaglia per accaparrarsi la
caletta tra quelli che la puntavano da qualche ora. Credo abbiano
vinto i Russi.
Pennichella sacrosanta, merenda con frutta dolcissima e torniamo a
Karidi, ma sulla spiaggia principale, affollata da famiglie da ogni
angolo dei Balcani.
Acque caraibiche a Karidi
felicità!!!
Anche se inflazionato, un bagno qui non potevamo non farlo. Anzi,
mica uno: tantissimi bagni!
La sera, prima di uscire, veniamo invitati da Maria a prendere
qualcosa da bere da lei al pianterreno dell'edificio. Era in
compagnia di genitori e nonni, con i quali abbiamo intavolato
improbabili conversazioni bilingue, dove ognuno non capiva la
controparte! Ahahahahaha, Maria poverina faceva da interprete, ma
aveva anche da fare! I nonnini credo che vivano qui, dato che li
vedevamo sempre, e poi curavano il piccolo orto del giardino.
La
nonnina è dolcissima: parla solo in greco, ma ci riempie di sorrisi
e pacche affettuose ogni volta che ci vede.
Stasera proviamo la pizzeria del fratello di Maria “Il Mondo”.
Ordiniamo un'insalata greca, una dello chef e una margherita per due.
Le porzioni sono talmente abbondanti che non ce la facciamo a finire
tutto, ma il cibo è davvero buono. Anche la pizza!
Mai mangiata una pizza buona all'estero prima di oggi.
Torniamo in camera per qualche partita a carte e poi a nanna presto.
20/06/13
Stamattina c'è un po' di vento e il mare è mosso.
Una nostra amica e guru dei nostri viaggi in Grecia, però, ci aveva
avvisati che in Sithonia quando su un versante il mare è agitato,
basta spostarsi sul versante opposto per trovare mare e vento calmi.
Sperimentiamo
il suggerimento e andiamo a Toroni;
lungo la strada scorgiamo un tenerissimo scoiattolo! Sono proprio
piene di vita queste foreste! E che dire dei panorami che si
inseguono curva dopo curva?
Una volta a Toroni ci lasciamo alle spalle tutti i lidi e le spiagge
affollate del lungomare e ci piazziamo in un'insenatura dorata e con
acque calme.
Anche qui diventiamo i “padroni” di un angolino bello e
particolare: una piccola grotta dove ripararci dal sole.
La
spiaggia rimarrà deserta fino a quando ce ne andiamo, chissà come
mai...è così bella! Solo in Grecia è possibile conciliarsi in
solitudine col mondo, con intere spiagge meravigliose a disposizione.
la spiaggia deserta!
la nostra grotta
Intervalliamo i bagni di sole a bagni rilassati e piacevoli in queste
acque fresche popolate da tantissimi pesci, che ci preoccuperemo di
sfamare con un po' di pane.
Sugli scogli tanti ricci di mare, granchi e conchiglie dalle forme
fantasiose.
Torniamo a casa presto perchè Auro ha mal di testa, e quando
rioncasiamo troviamo Maria che fa le pulizie nelle stanze. Le
chiediamo se per caso avesse una pastiglia per l'emicrania...dopo
mezz'ora arriva con una confezione di Mesulid comprata apposta in
farmacia da Asterios...
La
sera, dopo la pennichella, usciamo e andiamo aOrmos
Panaghias, pensando di passarci
un po' di tempo passeggiando...ma è un borgo minuscolo!!!
il minuscolo borgo di Ormos Panagias: si notano i tavolini sulla spiaggia
Carino, raccolto intorno al piccolo porto da dove partono le barche
delle escursioni al Monte Athos (ora ormeggiate), con una successione
di ristoranti con i tavolini sulla spiaggia.
La barca delle escursioni: può contenere fino a 600 persone...
Purtroppo, però, i buttadentro dei ristoranti non ci lasciano in
pace, e tutti, uno dopo l'altro, ci invitano ad accomodarci, ma noi
preferiamo aspettare un po' per cenare...sono appena le 19,00 e tanta
insistenza ci infastidisce un po'.
Dopo aver gironzolato per una mezz'ora acquistiamo qualche cartolina
e curiosiamo nel grazioso negozio di souvenirs.
Alla fine ci sediamo dal pitarolo nella piazzetta, dove con 10 euro
ceniamo con pita ghyros, feta e due Coke.
Torniamo a Vourvouroù che sono appena le 20,00 afflitti perchè non
troviamo nulla da fare per la serata!
Incontriamo Maria che preghiamo di indicarci qualcosa da fare o
qualche locale dove andare a passare qualche ora.
Ci indica un beach bar “Talgo” (sulla strada verso Ormos
Panaghias, ma alla fine non riusciremo ad andarci) e poi ci dice che
domenica qui si festeggiano la Trinità e San Giovanni. Ci invita a
seguire lei e la sua famiglia fino al paese dove si svolgono i
festeggiamenti (Ag. Nikolaos): ci saranno da mangiare souvlaki e
spettacoli di danze popolari.
Tra l'altro balleranno i suoi figli e suo marito e poi alla fine
tutti i presenti prendono parte alle danze.
Con un sorriso
smagliante accettiamo.
Alla fine concludiamo la serata con un gelato e con un interminabile
torneo a due di “Uno”.
21/06/13
Al risveglio ci
accorgiamo che il cielo è velato. Strano, per oggi le previsioni
avevano dato sereno e la giornata più calda della settimana...
Vabbè, allora decidiamo di fare un'escursione. L'indecisione è tra
Pella e Vergina o Monte Athos. Scegliamo l'ultimo.
i Pisi, felici
La mistica e
severa penisola monastica, il cui accesso alle donne è precluso e
gli uomini devono chiedere un permesso che potrebbe anche mai
arrivare: non sono ammessi più di 14 pellegrini al giorno, per non
più di tre giorni a testa. Le barche che lo costeggiano devono
tenersi a 500 metri dalla costa.
Per le 08,40 siamo
a Ormos Panaghias e acquistiamo i biglietti per l'escursione (€30 a
testa). La nave salpa alle 09,20 ma si può salire prima per
scegliersi il posto.
Il lato migliore
della barca dal quale ammirare la costa della Penisola è quello
destro, poiché durante la navigazione in vicinanza della penisola
sacra la costa si troverà appunto sul lato destro. (tranne se la
giornata vede mare molto mosso. In questo caso la rotta è invertita:
si va prima a Ouramoupoli e poi si discende lungo la penisola,
lasciandosi la costa sul lato sinistro della barca). Dato che il
cielo è coperto ci mettiamo sul ponte superiore scoperto...
Qui conosciamo una
coppia di signori di Roma (Aldo e Teresa) con i quali passeremo la
giornata.
Appena dopo la
partenza il cielo si schiarisce e il solleone non ci mollerà più,
facendoci ribollire il cervello!
io, vittima del caldo
Dopo un paio di
ore scarse di navigazione arriviamo a qualche centinaio di metri
dalla costa e dall'aguzza sagoma del monte Athos.
la vetta del Monte Athos, misticamente contornata da una scenografica nuvoletta. Sembra panna montata!
Osserviamo i
monasteri, nonostante le invadenze di alcune persone che non esitano
a salirti praticamente in braccio per farsi le foto o sporgersi per
vedere meglio.
Avvistiamo perfino
dei delfini che giocano in acqua seguendo l'imbarcazione.
Le informazioni
fornite dagli altoparlanti della barca sono in tante lingue, ma gli
italiani devono accontentarsi dell'inglese se non si conosce il
russo, il greco o qualche altra lingua dell'est Europa.
Si scorgeranno i
seguenti monasteri (tutti situati sul versante ovest della penisola):
Ag.
Pavlou, dove si conservano granelli di mirra portati dai Magi in
dono al Bambinello;
Dionisiou,
fondato nel 1374, si trova su una roccia alta 80 metri a picco sul
mare. Possiede un'importante biblioteca ;
Grigoriou,
uno dei più recenti, conserva un'icona di 500 anni fa con la
rarissima raffigurazione della Panagìa Galaktotròphoussa (madonna
del latte);
Simonos
Petra, sovrasta la costa occidentale come una fortezza;
ricostruito nel 1981 dopo un incendio, ricorda l'architettura dei
monasteri tibetani;
Xitopotamou,
nella cui chiesa sono conservate oltre 200 icone;
Panteleimonos(o monastero russo: inconfondibile la sua architettura, ispirata
a quelle presenti in madrepatria. Curiosità: in questo monastero si
osserva l'orario di Mosca. Infatti l'orologio del campanile segnava
le 15,00, ma l'ora locale era tre ore indietro);
Xenofontos;
Dochiariou,
la cui prima testimonianza
certa si trova in un documento del 1030. In questo monastero è
severamente vietato scattare fotografie.
Nella penisola
vivono attualmente 1700 monaci (cifra in costante aumento) in 20
monasteri. Navigando lungo la costa, però, si notano molte più
costruzioni: sono le Skitie e le Kellie (celle).
Le skitie sono come piccoli paesi monastici; in ogni casupola vive
una manciata di 5-6 monaci, con tanto di propria cappella. Ogni
skitie è guidata da un priore.
Discorso
analogo per le kellie, ma queste somigliano a fattorie, e ogni
mini-comunità può strutturare il proprio stile di vita in modo
autonomo. Tempo fa sulla penisola vivevano anche monaci eremiti e
monaci vagabondi. Queste figure mistiche, oggi, non esistono
più.(Mille altre curiosità su questa misteriosa
penisola potete trovarle sulla guida “PENISOLA CALCIDICA E
SALONICCO” - Dumont editore € 15,00)
Arriviamo a
Ouranoupoli (in greco “città celeste”, nome
che comunque non ha nulla a che vedere con la sacralità del luogo) con una mezz'ora di ritardo, così le due ore di
sosta si riducono a una più risicata ora e mezza. Per fortuna
nessuno di noi ha fame, dato che abbiamo mangiato dei panini a bordo
e così gironzoliamo un po' per la cittadina che a mio parere sà
molto di “non luogo”, nel senso che mi sembra un posto nato solo
per essere un'attrazione turistica, dato che la cittadina segna il
confine con la repubblica monastica inviolabile.
Ouranoupoli
È una stazione di
bus che fanno la spola da qui a Salonicco, molto utilizzata dai
ministri ortodossi che vanno o vengono dai monasteri, nonché unico
porto di imbarco per i natanti diretti o provenienti da Port Dafni:
il piccolo porticciolo nel cuore della repubblica (a esclusivo uso di
monaci e pellegrini selezionati).
Le stradine sono
piene di negozietti di souvenirs di raffinato artigianato, ma anche
solite paccottiglie. Mi hanno colpito molto alcune gioiellerie che
esponevano pezzi meravigliosi di arte orafa, soprattutto a tema
religioso.
la strada principale di Ouranoupoli
due Pope con bagaglio, diretti al Pullman per Salonicco
L'unica
testimonianza del passato che ho visto è stata la bella e
inconfondibile torre di avvistamento bizantina, simbolo e biglietto
da visita della città per chi arriva dal mare (purtroppo non si può
visitare all'interno). Un mare limpidissimo che invita
inesorabilmente a tuffarsi.
La torre bizantina
Dopo una veloce esplorazione e uno
slalom gigante tra i buttadentro multilingue dei ristoranti ci
fermiamo a bere qualcosa di fresco in un bar.
Quando
risaliamo in barca stiamo ben attenti a rimanere sul ponte coperto:
non ne possiamo più del sole in fronte... tra l'altro ci va bene,
perchè durante la traversata del ritorno sul ponte coperto c'è uno
spettacolo (poco autentico a dir la verità, ma comunque divertente)
di musica e danze popolari. Veniamo anche coinvolti più volte nei
balli.
Una volta sbarcati
ad Ormos Panaghias, decidiamo insieme ad Aldo e Teresa, di andare a
farci un bagno rigeneratore a Karidi.
Verso le 19,30 ci
salutiamo. Noi andiamo a mangiare da Gorgona i Pulman, loro invece,
su nostro consiglio, alla pizzeria Il Mondo.
Poi dritti a casa,
dove sulla porta troviamo ad attenderci quella che ci sembra una
piccola tarantola...
La combattamo con l'autan, ma lei fugge
incazzata e noi rimaniamo preoccupati... Chissà dove è andata!
Aurora la notte
avrà incubi mistici con mostri a forma di ragni. Ahhahahahahaha!
22/06/13
Come al solito la
sveglia suona presto: ci prepariamo per andare ad esplorare qualche
nuova spiaggia.
Ci era stata segnalata una località non ben
definita vicino a Sikia beach, ovvero raggiungibile “tramite una
stradina imboccata per caso”. Noi ci proviamo e imbocchiamo a
caso una stradina quando ci troviamo a Sikia beach.
Bhè, ora non so
dirvi dove siamo andati a finire, ma il posto era graziosissimo.
Bella e ampia
spiaggia di sabbia grossa, mare limpido e non subito profondo e alle
spalle un piccolo campeggio frequentato solo da greci.
Disponibili pochi
e grandi ombrelloni con struttura in legno e copertura in iuta: basta
prendere una consumazione al baretto del campeggio.
Tra l'altro il
tizio del bar mi ha “costretto” ad accettare una grappa infuocata
da bere con lui...io che non bevo, ma mi spiaceva rifiutare...appena
ho potuto ho approfittato di un secondo che mi dava le spalle e l'ho
versata nella sabbia!!! Ahahhah.
La giornata è
trascorsa nella pace assoluta. Ho addirittura russato profondamente
sul lettino.
Andiamo via verso le 15,00 e andiamo a mangiare
in una taverna nei dintorni con vista...
Quando
torniamo a Vourvouroù facciamo una nanna lunga lunga: ci svegliamo
quasi alle 20,00 e in fretta ci prepariamo per uscire: alle 21,30
abbiamo appuntamento con Aldo e Teresa a Sarti.
Lungo la strada ci
fermiamo tante volte ad ammirare una meravigliosa luna piena che
riflette la sua luce argentea sull'acqua della baia.
Passiamo una bella
serata a Sarti, bevendo una birra, chiacchierando e facendo lunghe
passeggiate e un po' di schopping kich con i nostri nuovi amici.
Sarti è
animatissima di sabato sera: tantissimi giovani, tante famiglie,
tante belle ragazze!!!
Si fa l'una e
mezza ed è proprio l'ora di tornare a casa, dato che ci vuole una
buona mezz'ora di auto.
23/06/13
Uno dei più bei
giorni mai vissuti in Grecia!
È domenica e le
spiagge saranno affollate, preferiamo non andare lontano e scegliamo
la caraibica e vicinissima Karidi, eletta da noi reginetta tra le
spiagge della Sithonia orientale.
Ci accaparriamo una caletta perfetta e minuscola, ma soprattutto
silenziosa e riparata: proprio adatta a noi, con tanto di
ombreggiatura naturale, grazie a un pino sul costone di roccia
soprastante.
Trascorriamo la mattinata tra lunghi ammolli e
sollazzi ombreggiati.
l'accesso al mare della nostra caletta!
La nostra caletta!
foto bizzarre su scogli bizzarri
Dopo il sacrosanto pic nic leviamo le tende e ci trasferiamo sul
versante affollato, scatenando un'altra feroce guerra per il possesso
della caletta.
Un bagno rilassante in queste acque color “puffo” (con cellulare in tasca!) e poi a casa.
Sonnecchiamo un po' e poi andiamo a lavare la macchina che ha quasi
cambiato colore per la polvere e la sabbia...
Torniamo in camera per un gelato e per fare le valigie: domani si va
a Salonicco.
Alle 20,30 abbiamo l'appuntamento con Maria che ci guiderà alla
festa del paese di Ag. Nikolaos.
Appena arrivati nelle vicinanze della festa parcheggiamo tutti sul
ciglio della strada e aspettiamo che Asterios ci venga a prendere col
pick up. Sul cassone eravamo in otto (greek style): Maria, sua figlia
e suo figlio (entrambi in abiti tradizionali), suo padre, una sua
amica con figlia e ovviamente io e Pisi. Asterios guidava (in abiti
tradizionali) con accanto la mamma di Maria.
tutti sul cassone: al centro Maria, a destra sua figlia.
OPAAAAAAA
È stato divertentissimo fare del fuoristrada sul cassone pieno di
gente...gridavamo OPAAAAAA!
Quando arriviamo sul luogo della festa (uno spiazzo su un altipiano
che domina tutta la baia di Ormos Panàgias) stanno già celebrando
la funzione religiosa in onore di San Giovanni.
il Pope che apre la processione intorno alla chiesetta
Aggiungi didascalia
meraviglioso panorama
Assistiamo interessati (non avevamo mai visto un rito ortodosso) e
poi prendiamo posto con Maria & company per assistere ai balli,
cui parteciperanno Asterios e i due figli di Maria.
Lei non partecipa perchè dice: “e poi chi sta a casa?”
Un breve discorso del giovane sindaco del paese (che ho visto poi al
bancone delle bibite a darsi da fare per vendere birre e souvlaki) e
via, si comincia.
I balli e le musiche sono belli, allegri e coinvolgenti e tutti li
conoscono: vedere la passione di tanta gente per le proprie
tradizioni è commovente.
Dopo l'esibizione dei più piccoli tocca agli adulti e poi tutti i
presenti vengono invitati a partecipare. Noi ovviamente non ci
tiriamo indietro e ci siamo divertiti tantissimo!
Per noi è stato davvero emozionante condividere un momento così
particolare con questa gente: il popolo greco riesce sempre a
strapparci un pezzo di cuore.
Nessuno ci ha mai trattato
freddamente o come polli da spennare. Ci siamo sempre sentiti tra
amici che condividevano un momento di festa. Questi sono i ricordi
che danno al viaggio un valore aggiunto, anzi...un vero e proprio
perchè.
Un viaggio in Grecia non è mai solo bel mare e
archeologia.
si mangiaaaaaaa
Poi un bel souvlaki, una birra con Asterios e alle 23,30 nuovo giro
sul cassone del pick up per rientrare a casa. OPAAAAA
Salutiamo Maria con tanto affetto: grazie per averci fatto
trascorrere una serata così bella, non la dimenticheremo mai.
E ancora grazie della vostra disponibilità e gentilezza durante
tutto il nostro soggiorno.
24/06/13
Alle 09,00 del mattino Asterios
passa da noi e ci lascia un dvd. È una puntata di una trasmissione
della tv greca “Κυριακή χωριό”
“domenica al villaggio”...una sorta di programma alla Mengacci,
registrato proprio ad Ag. Nikolaos!, dove dalla piazza principale del
paese si parla delle bellezze del territorio e delle sue tradizioni,
con tanto di balli popolari (ballavano lui e sua figlia), super
tavolate con cibi fatti in casa dalle orgogliose donne del paese.
Abbiamo rivisto tanta gente conosciuta alla festa! Che pensiero
gentile!
Non lo dirò mai abbastanza: che popolo straordinario il popolo
greco!
Partiamo tristi di lasciare questo paradiso, ma eccitati dall'idea di
visitare Salonicco.
Arriviamo all'agenzia di noleggio con 90 minuti di anticipo, ma non
c'è nessun problema; una bella ragazza mora ci accompagna dritti
dritti alla fermata del bus 78 che dall'aeroporto ci porta in centro
città con soli 90 centesimi (costo del biglietto acquistato in
vettura – procuratevi monetine perchè la macchinetta non dà
resto; se lo acquistate dai rivenditori il prezzo è di 80
centesimi.)
Dopo
una mezz'ora di viaggio capiamo di essere arrivati nei pressi di
piazzaAristotelous
e ci fiondiamo giù dal bus, e insieme a una coppia di ragazzi (lui
spagnolo e lei russa) ci mettiamo a cercare l'albergo. Un sesto senso
mi diceva che anche loro cercavano il nostro stesso hote: ed era
così!
Faccio
il fico, e chiedo indicazioni in
greco, con quel poco di greco che sono riuscito ad imparare da solo
con un corso fai da te appena cominciato. Sarà per l'aspetto
ellenico, sarà per la buona pronuncia (dato che ascolto tantissima
musica greca), ma le persone mi rispondevano in un grecco fitto fitto
che stentavo a capire e poi sbagliavo direzione! Ahahahahaah! Per
fortuna che i greci sono gentili...ci sono venuti dietro quando hanno
visto che andavo nella direzione opposta e ci hanno riportati sulla
retta via!
Trovato l'albergo (sulla cui pulizia stendiamo un velo pietoso)
posiamo i bagagli e ci fiondiamo subito alla scoperta della città.
Questo giro turistico sarà lunghissimo e fisicamente devastante.
Scendiamo
per via Dragouni e
facciamo la prima tappa per uno spuntino in un moderno bar in piazza
Eleftherias.
Rifocillati
prendiamo per il Lungomare. Bello,
ampio, lungo e romantico (specie di sera), con una miriade di locali
e localini alla moda pieni di gente a qualsiasi ora del giorno e
della notte: non si può fare a meno di notare l'altissima
concentrazione di bar alla moda in questa città.
il tratto finale del lungomare. Ben visibile la Torre Bianca
Dal
lungomare si arriva alla elegantissima e centralissima Piazza
Aristotelous. Qui le foto si sprecano e si sprecano anche nella
adiacentevia Aristotelous,
che parte dalla omonima piazza e arriva fino alla via
Egnatia.
piazza Aristotelous
i bei palazzi e i portici di via Aristotelous
Oggi quasi tutti i negozi sono chiusi perchè è festa patronale.
Ritorniamo
sui nostri passi, direzione lungomare, verso la Torre
Bianca. Anche qui decine di
foto.
Filippo il macedone, papà del grande Alessandro
Statua equestre di Alessandro Magno
È un punto di ritrovo per tutta la città: bei giardini, mare e
fontane.
A un tiro di schioppo c'è il Museo Archeologico,
ma oggi chiude alle 15,00 (cioè tra mezz'ora) perchè è festa:
torneremo domani.
A questo punto scegliamo di fare una cosa da classico turista
spaesato: prendiamo il bus scoperto! Nooo!!! Ci sono cascato!
Diciotto euro (spesa folle) per vedere di sfuggita due o tre cose...
Scendiamo
all'Acropoli, che a
Salonicco è un concetto nettamente diverso da quella di Atene.
Salonicco ha la sua parte più vecchia lontana dal mare, sull'altura.
Dunque l'acropoli tessalonicese è una vera e propria città alta
abitata! Qui l'incendio del 1923 non è arrivato e non c'è stato
bisogno di ricostruire: il tessuto urbano è vecchio di secoli e lo
si capisce dal fatto che le stradine sono un groviglio intricato di
viottoli molto caratteristici, le abitazioni trasudano fascino antico
ed è ben visibile, oltre che ben conservata, una grossa parte delle
mura di cinta della città, con tanto di mura e torri. Scattiamo
qualche foto del bel panorama che si gode da lassù, poi ci
ristoriamo con del the freddo in un bel bar con vista sulla città.
Riprendiamo
il bus successivo (passaggio ogni 35-40 minuti, ma se volete potete
venirci anche con un semplice bus urbano: linea 23, evitando di
spendere 18 euro) e scendiamo nuovamente quando ci troviamo di fronte
all'Arco di Galerio e la Rotonda(per
via della forma circolare).
Quest'ultima
ha una lunga e articolata storia. La sua costruzione risale
all'inizio del IV secolo, probabilmente pensata come mausoleo funebre
per l'imperatore Galerio; durante l'impero del cristiano Teodosio fu
trasformata in chiesa e nel 1590, durante la dominazione ottomana, fu
trasformata in moschea. Lo testimonia l'adiacente minareto
– l'ultimo ancora in piedi a Salonicco. Oggi è un museo, ma una
volta al mese vi si celebra la messa di rito ortodosso. Peccato non
averla visitata dall'interno.
L'Arco di Galerio (o meglio, quel che ne resta) è, invece, un arco
trionfale in onore delle vittorie in battaglia dell'imperatore
Galerio e fungeva da porta alla via Egnatia.
La costruzione risale al 306 d.c.
Decidiamo di non aspettare più il bus turistico, tanto le altre
fermate previste erano in luoghi già conosciuti, e torniamo a piedi
all'hotel: siamo stremati.
torre delle telecomunicazioni
Pennichella bella lunga, usciamo dalla stanza che sono le 21,15 e ci
dirigiamo spediti alla ricerca di un ristorante.
Scegliamo
di mangiare in una delle taverne del quartiere mercantile di
Vatikìoti: un
posticino caratteristico nonostante i buttadentro, frequentato non
solo da turisti, ma anche dai locali (il che è un buon segno) e con
musica tradizionale dal vivo.
Mangiamo bene e in maniera abbondante con soli 26,50 euro e il dolce
è offerto dalla casa.
Le
vicine Piazza e
Via Aristotelous di sera sono
sapientemente illuminate e l'atmosfera è magica.
Dal lungomare andiamo ancora una volta verso la Torre Bianca.
È qui che si tiene lo “struscio” serale di Salonicco.
Sotto
la torre tanti gruppi di ragazzi seduti in circolo in terra: chi con
chitarra, bouzouky,
armonica a fiato e tamburello a cantare, chi a bere una birra in
compagnia, chi a parlare semplicemente; una ragazza canadese fa i
tarocchi alla luce di un lampione, seduta su un tappeto orientale.
Vucumbrà e tante famiglie con bambini.
Saliamo su una barca-bar che salpa ogni 40 minuti per far vedere il
panorama della città dal mare. Non si paga biglietto, basta
consumare qualcosa da bere a bordo: prendiamo due birre alla spina
per 12 euro.
Musica truzza a palla, ma è comunque un bel diversivo.
Attracchiamo che sono le 00,30! Wow, facciamo le ore
piccole!
Un'altra mezz'ora per tornare a piedi in hotel e
buonanotte!
25/06/13
Sveglia alle 08,00 e colazione in hotel. Stendiamo un velo pietoso
anche sulla colazione.
Unici punti di forza di questo hotel sono il prezzo e l'ubicazione
abbastanza centrale, soprattutto se si vuol fare vita notturna nel
vicinissimo quartiere di Ladadikà.
Direi che per dei giovani senza pretese e dalle tasche vuote, ma con
tanta voglia di vedere il mondo vada comunque benissimo: siamo
riusciti a spuntare 84 euro per 2 notti in una doppia con colazione.
L'hotel è il Nea Metropolis.
Usciamo
e percorriamo Odòs Egnatia; prima tappa la graziosa chiesetta di
Panagia Chalkèon,
circondata da alte mura perimetrali e da un variopinto roseto molto
ben curato: una piccola oasi in mezzo ai palazzoni e ai rumori
circostanti.
Continuando su via Egnatia si arriva dopo pochi minuti al Foro
Romano. La nostra guida ci spiega con minuzia di dettagli tutti i
rinvenimenti.
Inerpicandosi per qualche minuto per la strada che parte dalla zona
alta del Foro si arriva alla chiesa di Agios Dimitrios.
È in corso una funzione religiosa: assistiamo all'eucarestia, che nel rito ortodosso viene offerta in forma di vero e proprio tozzo di pane; dunque per non disturbare dobbiamo curiosare solo tra le più esterne delle cinque navate,
ma abbiamo modo lo stesso di ammirare le belle decorazioni a mosaico
e la cappelletta con le reliquie del santo, dove i fedeli inseriscono sottilissimi pezzi di carta con scritte le proprie preghiere.
Peccato non essere riusciti a vedere la cripta posta sotto
l'altare.
Ora
tocca al pezzo forte della giornata: il Museo Archeologico. Ci
dirigiamo al museo percorrendo la parallela di via Egnatia più
vicina al mare: via Tsimiski,
la via cittadina dello shopping per eccellenza.
L'ingresso al museo costa 6 euro, ma, se si vuole, si può acquistare
il biglietto combinato Museo Archeologico + Museo della Cultura
Bizantina a 8 euro. Noi compriamo il secondo, ma ci arrendiamo alla
stanchezza e non sfrutteremo la combinata.
Comunque
quello che ammiriamo nel museo archeologico non ci fa rimpiangere
questa mancanza. Il museo è diviso in cinque sezioni interne
(Macedonia Preistorica; Verso la genesi delle Polis;
Macedonia dal VII secolo a.c. fino alla Tarda Antichità; Salonicco –
Metropoli della Macedonia; L'oro dei Macedoni)
e una esterna (ricostruzione di un campo tumulare, di un'abitazione e
di un giardino dell'epoca d'oro della città, tra il II e il IV
secolo d.c).
La bellezza delle statue e dei pezzi di oreficeria è straordinaria.
Pensare che alcuni di questi oggetti possano essere stati toccati da
Alessandro Magno mi ha fatto uno strano effetto...
Esausti, prendiamo la via del ritorno, ma prima, giusto per non farci
mancare nulla, saliamo sulla Torre Bianca ( ingresso 3 euro –
audioguide gratuite, ma non in italiano) per scattare due foto
dall'alto e godere della bella vista e poi andiamo a mangiare al
primo fast food che incontriamo per strada.
Il lungomare visto dall'alto della Torre Bianca
La barca-bar
Sommità della torre
Prima di rientrare in albergo, Aurora non si lascia sfuggire
l'occasione di fare un po' di shopping e acquista un capo molto in
voga in Grecia.
Al pomeriggio abbiamo appuntamento alle 19,00 con Konstantinos in
piazza Aristotelous.
Konstantinos è un mio amico di facebook, conosciuto sui gruppi di
persone che amano la Grecia. Lui è di Salonicco e quando ha saputo
che saremmo andati nella sua città ha voluto che ci incontrassimo!
Ci prendiamo un buonissimo espresso freddo glikò e ci facciamo una
lunga e divertente chiacchierata, in un mix di lingue tra inglese,
italiano e Greco.
Ci scambiamo opinioni, parliamo delle nostre vite, dei nostri Paesi
(con tanto di pregi e difetti) e delle nostre usanze.
Prima di salutarci, Konstantinos ci accompagna in un vicino centro
commerciale (Public) perchè noi vorremmo comprare un cd di Anna
Vissi.
Ci
dà anche un ottimo consiglio per la serata: ci suggerisce di andare
a prendere un caffè sulla terrazza del bellissimo hotel a cinque
stelle Electra Palace Hotel Thessaloniki, nella
meravigliosa cornice di Piazza Aristotelous.
Senza
le sue dritte non ci saremmo mai avvicinati a un posto così! Basta
entrare, andare dritti verso l'ascensore e arrivare all'ultimo piano
( premere tasto R.G. Roof Garden) dove c'è un ristorante con
terrazza (sia all'aperto che al chiuso) che effettua anche solo
servizio bar...c'è anche una piccola piscina... La vista che si
gode da quassù è impagabile! Efharistò pollì, Konstantinos!
Prima però torniamo in albergo, ci docciamo e ripartiamo. Stesso
ristorante di ieri, poi due bei caffè al mega hotel (una cornice
meravigliosa e romantica...ottima come addio a questa bellissima
città) e poi una lenta passeggiata sul lungomare fino al modaiolo,
chiassoso e vivace quartiere di Ladadikà prima di rientrare in
camera.
panorama dalla terrazza dell'hotel
Ancora
una volta torniamo in Italia con una massiccia influenza da
Maldigrecia.
Purtroppo non esiste una cura... l'unica cura è andare in Grecia, ma
si ritorna più malati di prima!